martedì 9 giugno 2015

Che non è amore se non si ama bene E questo è vero dopo perpetua sconfitta.











  




(Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.
Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.
Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può portarmi il bene. )

Wystan Hugh Auden




Quando te ne andrai
lascia socchiusa la porta
perché possa vederti le spalle.

Quando te ne andrai
passa davanti allo specchio
e avviati i capelli
col furtivo gesto consueto
affinché la strega catturi la tua immagine
e la fissi in un quadro sghembo
traendo dalla bisaccia altri occhi per ideare
e mani per  sentire.

Quando te ne andrai   
fallo in silenzio con la gonna di raso
- fruscia furtiva fino all’uscio -
perché dietro all’angolo i cani
non guaiscano di dolore vomitato.

Quando te ne andrai
va svelta all’indietro come i gamberi
perché il distacco sia lieve
e assomigli all’incedere
d’un inatteso abbraccio.

Guarda con disgusto
alla luce dell’alba e alle sue promesse,
mentre con scrupolo evita
di incrociare i piedi
per non creare nodi
che ti riportino alla mia soglia
oltre lo zerbino dei rimorsi.

Quando te ne andrai
spezza il coltello che tagliò il pane
e la brocca che accolse il vino
e il piatto in cui le olive e il formaggio
abbellirono il vuoto dello stomaco
dopo il tempo dell’amore.

Taglia l’ulivo della nostra comunione
e sradica l’ibisco della passione.

Quando te ne andrai
dovrò spazzare il cuore
dalle tue impronte.
Ma anche se non spazzerò
la polvere le coprirà e – amen –
sarai comunque cancellata.

Il ramo del limone striderà sul vetro il necrologio
del nostro incontro
con le parole che usasti per venire
- parole che sembravano d’amore
ed erano del piacere egoista di saperti amata
senza ombra d’amore né d’impegno - ;

da queste parole di benvenuto, il limone
questo esperto enigmista voltagabbana
che spande dallo stesso ramo profumi di nozze o aspri frutti
saprà anagrammare frasi d’addio.

Quando te ne andrai vorrei essere già via.

Invece so che resterò
nel bosco fragile dei dubbi.

Resterò ad appallottolare
poesie
buone solo per il vento canterino.

O, peggio, le riporrò in un cassetto,
cinica economia dei cuori graffiati
per amori vuoti a venire
e vuoti a rendere.

Fabrizio Sapio



 











This flesh you break, this blood you let
Make desolation in the vein,
Were oat and grape
Born of the sensual root and sap;
My wine you drink, my bread you snap.

 (Questo pane che spezzo un tempo era frumento,
questo vino su un albero straniero
nei suoi frutti era immerso;
l'uomo di giorno o il vento nella notte
piegò a terra le messi, spezzò la gioia dell'uva.

In questo vino, un tempo, il sangue dell'estate
batteva nella carne che vestiva la vite;
un tempo, in questo pane,
il frumento era allegro in mezzo al vento;
l'uomo ha spezzato il sole e ha rovesciato il vento.

Questa carne che spezzi, questo sangue a cui lasci
devastare le vene, erano un tempo
frumento ed uva, nati
da radice e linfa sensuali.

Dylan Thomas 






Ho dimenticato da dove sono venuta

è la rosa gialla che poggio sulla guancia
è l'occhio del passero

la gentilezza che vira il bianco in nero
perché dell'assenza si nutre la luce

Il presentimento che il riso preceda il pianto

Non è importante il luogo:
un buco una zolla di terra o una coperta sollevata
due gambe che affermano il diritto di essere

È la foglia che nasce la notte
e chiama madre quel buio.

E' tutto questo che io ti racconto
e non mi importa di andare

Tu tienimi per mano.

Adele Musso








 

13 commenti:

  1. Con tante sfumature di amore disamore e nostalgia d'amori perduti, nessuno che commenti? che peccato! Adele, mi avevi letto la tua poesia; ma a rileggerla, a voce alta come d'abitudine, la trovo bella e dolce e rinfrancante come una tenera pioggia estiva. Fabrizio

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    1. Grazie Fabrizio, dici bene la poesia rinfranca, ti allontana e ti avvicina, una sorta di altalena, come l'amore, mai un equilibrio unico o la stessa velocità, il capogiro e l'euforia. Da che mondo è mondo e da che tempo è tempo, "al vento canterino".

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  2. Eccomi! Questa pagina apre tante pieghe e partono 1000 interrogativi. La gonna di raso l'ho bruciata e ho comprato il pronto per le impronte, non ci riesco a commentare questa poesia... L'amore è amore e basta, dovrebbe essere perfetto se ad amare siamo essere imperfetti? dovrebbe essere pensato, costruito, ma se l'amore non nasce da follia non rispecchia il dono prezioso che è; amare non è mai un errore e non esiste un modo giusto. La poesia ci aiuta a esternarlo, il cuore a conservarlo per sempre. Noi siamo fatti di amore e con amore, è vincolanteper noi essere umani

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  3. Amore pensato, nato, guidato
    Amore cresciuto malato
    Amore nei propri meandri farneticanti
    Amore senza gioia di canti

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  4. Commentare le poesie, che pretesa! La sensazione assorbe ogni ragionamento. L'amore è pienezza e ogni perdita è panico, sopportazione..una costante dell'anima mai rassegnta al vuoto, fino all'ultimo istante, prima del silenzio definitivo.

    RosaL.

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  5. Eccomi qui,
    dunque, parlare di morte in questo periodo non è facilissimo. Non è mai bello abbandonare qualcuno ma non bisogna farsi trovare impreparati. Ci accorgiamo solo dopo di quanti momenti, ricordi, ci sono in noi, e quelli (si spera) non potrà toglierli nessuno.
    Quattro poesie che ti accompagnano piano piano a chiudere gli occhi e non essere solo nel momento esatto della morte.
    Complimenti, dunque, oltre che per la scelta e la scrittura delle poesie, anche per la scelta della posizione di ognuna.

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    1. Non importa di andare se le mani sono rimaste unite e non importa chi teneva chi. Ci sono impronte che non si spazzano via.

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    2. Non importa di andare se le mani sono rimaste unite e non importa chi teneva chi. Ci sono impronte che non si spazzano via.

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    3. Non importa di andare se le mani sono rimaste unite e non importa chi teneva chi. Ci sono impronte che non si spazzano via.

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  6. Conoscevo la prima poesia, forse in un'altra traduzione. Mi è sembrato un crescendo di intensità, la poesia di Fabrizio molto amara, belli i richiami a quella di Thomas, ma anche alla passione, in tutti i sensi possibili, anche quello religioso. Anch'io mi complimento per la giustapposizione.

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  7. chiedo venia per la triplicazione del commento.

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  8. Vi dico solo che le ho lette, sentendo la morbidezza delle parole, percependo il dolore dei sentimenti, ravvisando i colori ed ogni movimento.

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  9. Ho letto Fabrizio e tanto mi bastava per percepire il suo di intendimento e di racconto. Lo trovo caro come l'amore che è da sempre il banco di prova della conoscenza più profonda. Di quanto in esso arrviamo a Dio e di quanto in esso arriviamo all'inferno. Eppure tuttavia in questa, di Fabrizio, trovo oltre al giro di boa di ogni amore un distacco già preso, in quella già dimenticanza che la polvere porta. La ribellione di qualcuno a questo l'accolgo. Un amore non si dimentica mai anche se finito.
    Grazie Fabrizio
    Grazie Adele

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