mercoledì 27 aprile 2016

Questa strana convivenza della musica e della metafisica, del ragionamento e dello sragionamento, del sogno e della veglia E. Montale



                                                (Alexandra Belcova, ritratto di Marina Cvetaeva)

 

Alla mia povera fragilità
 guardi senza sprecar parole.

Tu sei di pietra, ma io canto.
 Tu sei un monumento, ma io volo.

Io so che il più tenero maggio
 all’occhio dell’Eternità è nulla.

Ma io sono un uccello e non incolparmi
 se una facile legge m’è imposta.

Marina Cvetaeva



                                                                     (Pietro Annigoni, Vita)











C’è nell’intimità degli uomini un confine
che né l’amore, né la passione possono osare:
le labbra si fondono nel terribile silenzio
e il cuore si spezza per amore.

Anche l’amicizia qui è impotente, e gli anni
pieni di felicità alta infiammata,
quando l’anima è libera e distratta
dal lento languore della voluttà.

Pazzo è colui che vi si appresta,
raggiungerlo è morire d’angoscia...
Ora puoi capire perché non batte
il mio cuore sotto la tua mano.

Anna Achmatova












Il miele selvatico sa di libertà,
la polvere del raggio di sole,
la bocca verginale di viola,
e l’oro di nulla.
La reseda sa d’acqua,
e l’amore di mela,
ma noi abbiamo appreso per sempre
che il sangue sa solo di sangue...

Invano il procuratore romano,
tra gridi sinistri della plebe,
lavò davanti al popolo le mani,
e invano la regina di Scozia
tergeva da rossi schizzi
le palme affusolate, nell’afosa
oscurità del palazzo reale...

Anna Achmatova





                                                                      (Petrov kuzma Vodkin)

 Da sera


Strinsi le mani sotto il velo oscuro...
“Perché oggi sei pallida?”
Perché d’agra tristezza
l’ho abbeverato fino ad ubriacarlo.

Come dimenticare? Uscì vacillando,
sulla bocca una smorfia di dolore...
Corsi senza sfiorare la ringhiera,
corsi dietro di lui fino al portone.

Soffocando, gridai: “E’ stato tutto
uno scherzo. Muoio se te ne vai”.
Lui sorrise calmo, crudele
e mi disse: “Non startene al vento.”


Anna Achmatova, 1911


                                                       (Anna Achmatova. ritratto - Modigliani )




                                                    (Josif Gurwic donna con cappellino giallo)



Questa ragazza è la figlia di qualcuno,
Ha negli occhi acqua azzurra,
Nell’inguine - una sorda notte lacera
E una stella rosata.
Ma nel suo cuore – che ora è?
Tra il cane e il lupo.
Azzurro e crepuscolare cola il raso
Sotto l’ago conficcato nel centro.
Ha sulla fronte un giardino antelucano –
E’ avvampata l’alba – ecco ora farà giorno,
Ma è già sulla tempia il tramonto purpureo,
Sulla spina dorsale s’arrampica la notte.

Elena Svarc 




 Selezione poetica e immagini a cura di Fabrizio Sapio e Adele Musso